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18 APRILE 2019
Report Age - Il VI libro della Balzerani presentato in un locale del Comune di Milano. Indignati

L’ex primula rossa delle Brigate rosse è al suo sesto libro presentato oggi in un locale pubblico messo a disposizione dal Comune di Milano. In occasione del 40ennale della strage di via Fani, lo scorso anno, l’ex brigatista ha fatto parlare ancora di sé per le sue esternazioni sulla figura della vittima che sarebbe “..diventata un mestiere non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te” parole di Barbara Balzerani.

Oggi Balzerani, 70 anni, circa 6 ergastoli e comunque definitivamente libera dal 2011 perché ha scontato l’intera pena, ha presentato un suo libro alla Comasina, spazio comunale che l’amministrazione milanese affitta alle associazioni.

Così altre donne che declinano la loro condizione di vittime solo al bene della comunità, si sono opposte a questo stato di cose. Non ne fa, di certo, una questione politica Ambra Minervini che ha scritto a Giuseppe Sala, primo cittadino della capitale della moda, idem la presidente dell’Associazione Vittime del dovere, Emanuela Piantadosi che ha fatto appello alle istituzioni perché le cose cambino sul serio. Deborah Giovanati, assessore alla scuola del municipio 9, ha affrontato di petto la questione. Questione di Rispetto e di Memoria per le vittime eppure nessuna di queste segnalazioni ha avuto un seguito e una risposta dai vertici del Comune.

Polemica sterile per Letizia Barreca, presidente della cooperativa Volontari senza frontiere che ha vinto il bando e si è aggiudicata la sala.

E va avanti l’inquietante kermesse di ex brigatisti protagonisti degli Anni di piombo, ai tempi in cui seminarono dolore e odio nella Penisola Italiana. Oggi invece sono considerati tutti geni, intenti a farsi legittimare da quelle stesse istituzioni che hanno combattuto in passato. Proprio per arginare questa escalation di iniziative assai discutibili l’Associazione Vittime del dovere ha fatto appello alle istituzioni per modificare il codice penale in materia di memorie criminali e d’interdizione dai pubblici uffici: “Le nostre proposte di modifica del codice penale vogliono costituire una risposta concreta alla reiterata mancanza di buonsenso, di opportunità e di pudore che dovrebbe contraddistinguere chi ha avuto la possibilità di reinserirsi nella società dopo aver ucciso, seminando terrore e disagio sociale – spiega Vittime del dovere – Lanciamo quindi un appello al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, ai Ministri e ai Parlamentari tutti affinché qualcuno accolga il nostro appello e lo faccia proprio in vista del 9 maggio, giornata che deve assumere un significato concreto perché lo Stato ponga finalmente in essere quelle iniziative necessarie a consegnare, anche e soprattutto, alle generazioni future i valori che le Vittime ci hanno lasciato perché il loro esempio non vada perduto e la Memoria sia rispettata. Dobbiamo dare a questa giornata risvolti tangibili, le Istituzioni dovrebbero palesare alle Vittime, cadute o rimaste invalide e ai loro familiari, il giusto riconoscimento morale per il tributo di sangue versato in nome dello Stato”. Inutile dire che l’appello è rimasto inascoltato e la passerella degli ex terroristi continua.

Il rischio è allora quello di compromettere la formazione delle nuove generazioni e di questo tratta anche la lettera indirizzata al primo cittadino di Milano, scritta proprio dalla figlia del magistrato Girolamo Minervini, ucciso dalle Br a Roma il 18 marzo 1980, mentre in autobus andava a lavorare. Era il suo primo giorno da capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ( Dap). In aula, al processo per l’omicidio di Minervini è stata nominata più volte proprio la Balzerani.

Tratto da Report Age

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