Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
CONTRASTO ALLE MAFIE
Attività di sensibilizzazione istituzionale finalizzata alla lotta contro la criminalità organizzata

L'Associazione Vittime del Dovere svolge da anni una copiosa attività di approfondimento e sensibilizzazione finalizzata alla conoscenza e allo studio dei fenomeni criminali e al contrasto della criminalità organizzata.
Un impegno quotidiano che si esplica, in contesti istituzionali, parlamentari, pubblici e didattici, attraverso:

  • interventi diretti ad evidenziare criticità legate al sistema normativo, penale o penitenziario, attraverso la redazione di dettagliate e approfondite relazioni indirizzate alle Istituzioni e alla politica;
  • attività di ricerca, analisi e denuncia dei fenomeni mafiosi, attraverso la predisposizione di istanze, emendamenti, interrogazioni parlamentari, disegni di legge;
  • partecipazione ad audizioni parlamentari;
  • organizzazione di convegni, workshop, conferenze stampa e mostre;
  • realizzazione di percorsi didattici a carattere nazionale dedicati agli studenti di scuole di ogni ordine e grado sul tema della memoria e della conoscenza dei fenomeni criminali;
  • informazione dell’opinione pubblica attraverso pubblicazioni, articoli tecnici, comunicati stampa ed organizzazione di eventi dedicati.
22 APRILE 2020
Senato della Repubblica – Interrogazione a risposta immediata del Ministro dell’Interno, Pref. Luciana Lamorgese

L’Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-01503, pubblicato il 21 aprile 2020 nella seduta n. 208, è stato presentato dal Senatore Luca Ciriani, dal Senatore Alberto Balboni e dalla Senatrice Isabella Rauti e nasce dalla richiesta di intervento formulata dall’Associazione Vittime del Dovere che ha chiesto di intervenire in modo immediato al fine di impedire la scarcerazione di pericolosi boss mafiosi detenuti ai regimi di  41 bis ed Alta Sicurezza.

Nello specifico il testo dell’interrogazione presenta una critica della procedura semplificata entrata in vigore con l’art. 123 del D.L. 17.03.2020 N.18 che prevede la concessione della detenzione domiciliare a condannati per reati gravissimi e sottoposti al regime detentivo di cui al 41 bis O.P.
Gli interroganti si sono soffermati sul fatto che, per via della procedura semplificata introdotta, il Magistrato di Sorveglianza non deve acquisite la relazione circa la condotta del detenuto facendo venir meno la necessaria valutazione sulla personalità e pericolosità dello stesso.
Altro elemento evidenziato riguarda la circostanza, appresa dalla stampa, che in diversi casi la detenzione domiciliare non sia stata effettuata con contestuale prescrizione  di dispositivi di controllo a distanza.
E’ stato infine osservato che la detenzione di cui al 41 bis O.P. in relazione alle modalità di isolamento dei detenuti sia in concreto maggiormente sicura dal rischio di contagio, rispetto alla detenzione presso il domicilio, in cui il condannato è di fatto a contatto con i familiari.
Partendo da tali premesse i Sentori hanno domandato al Ministro se non ritenga che tale prassi possa favorire la diffusione della criminalità organizzata e aggravare i problemi di ordine pubblico e sicurezza nonché, di conseguenza il lavoro della Forze dell’Ordine già oberate nel far fronte alle imminenti necessità di sicurezza correlate all’emergenza sanitaria  in corso.

Mercoledì 22 aprile si è tenuta presso il Senato della Repubblica l’interrogazione a risposta immediata del Ministro dell'Interno, Pref. Luciana Lamorgese.

Atto di sindacato ispettivo n. 3-01503

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