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17 MARZO 2023
Adnkronos - MORO: FAMIGLIARI VITTIME TERRORISMO IN VISITA A FIAT 130 SU CUI VIAGGIAVA IL GIORNO DEL RAPIMENTO

ADN0923 7 CRO 0 ADN CRO NAZ MORO: FAMIGLIARI VITTIME TERRORISMO IN VISITA A FIAT 130 SU CUI VIAGGIAVA IL GIORNO DEL RAPIMENTO = Roma, 17 mar.(Adnkronos) - Ieri, in occasione del quarantacinquesimo anniversario della strage di via Fani a Roma, dove fu rapito Aldo Moro e persero la vita i cinque uomini della scorta (Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Raffaele Iozzino e Francesco Zizzi), si è svolta la visita simbolica all'automobile, Fiat 130, in cui lo statista democristiano viaggiava il giorno del rapimento, custodita all'interno della sede della Motorizzazione Civile di via di Settebagni. La visita simbolica è stata promossa dalla consigliera municipale del Municipio 3 di Roma Marta Marziali (IV), dall'Osservatorio "Anni di Piombo" per la Verità Storica e dall'associazione ''Domenico Ricci, familiari vittime di via Fani". Presenti i familiari delle vittime Luca Tarantelli (figlio di Ezio Tarantelli), Potito Perruggini Ciotta (nipote del Brigadiere Ciotta e Presidente dell'osservatorio ''Anni di Piombo''), Ambra Minervini (vicepresidente associazione 'Vittime Dovere' e figlia del magistrato Girolamo Minervini), Giovanni Ricci (figlio del Brigadiere Domenico Ricci ucciso mentre era la guida dell'automobile) che non potendo essere presente ha mandato una testimonianza scritta ed Ilaria Moroni per l'Archivio Flamigni. ''Sentiamo la necessità che questo bene diventi parte di un percorso collettivo sulla memoria che tante associazioni ed archivi stanno mettendo in atto'', ha proseguito Marta Marziali, Consigliera (IV) Municipio III. ''Questa automobile è il simbolo del 16 Marzo. Una data che ha segnato una spaccatura della nostra Italia". ''Noi vogliamo lanciare un segno tangibile di memoria alle future generazioni perchè da tanto orrore i giovani comprendano la violenza del Terrorismo. Solo vedendole dal vivo e toccandole tangibilmente trasmetteremo ai giovani, e non solo, quella conoscenza individuale madre della coscienza collettiva. Fare memoria è quasi naturale. Ma ricordare gli anni Settanta è complicato. Fare memoria diviene un atto civile e di conoscenza collettiva, ha scritto Giovanni Ricci nella lettera. ''È importante che venga identificato un luogo fisico che diventi un punto di riferimento nazionale, un museo, perché i riflettori non vengano mai spenti su quello che è accaduto in quegli anni così tragici per il nostro paese; affinché le future generazioni non ne perdano la memoria e si possa arrivare a determinare una verità storica condivisa oltre quella giudiziaria. Purtroppo il numero delle Vittime di quegli anni bui è di circa 5.000 molti dei quali giovani immigrati dal Sud. Continuerò ad operare alacremente per la pacificazione nazionale. Sono felice di aver avuto l'appoggio pubblico ad istituire e individuare la sede idonea per il museo dal neo presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che è estremamente sensibile a questo tema. Inoltre la proposta dell'Osservatorio per l'istituzione del museo è stata già condivisa pienamente dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli", ha dichiarato Potito Perruggini Ciotta, coopromotore dell'iniziativa.

Tratto da Adnkronos

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