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07 FEBBRAIO 2023
In ricordo del Maresciallo Capo del Corpo degli Agenti di Custodia Filippo Salsone - Brancaleone (RC), 7 febbraio 1986

Filippo Salsone, Maresciallo Capo del Corpo degli Agenti di Custodia, nasce a Brancaleone il 28 maggio 1942. Arruolato il 25 settembre del 1967, viene assegnato, al termine del corso di formazione alla Casa Circondariale di Messina, dove rimase in servizio sino al 1977. Nel 1970 si sposa con Concetta Minniti e dalla loro splendida unione nacquero Antonino nel 1971 e Paolo nel 1974.

Promosso Brigadiere, viene inviato in missione in diversi Istituti della Calabria e della Basilicata; in questi anni è vittima di diversi atti intimidatori legati alla dedizione e alla professionalità che lo caratterizzavano sul lavoro. Ha conseguito il grado di Maresciallo nel 1981.

Il 7 Febbraio 1986 a Brancaleone, appena giunti presso la propria abitazione, unitamente alla famiglia, viene fatto segno di un attentato mortale, nel quale rimase gravemente ferito anche il figlio Paolo di appena undici anni. I primi soccorsi furono dati dalla moglie Concetta e dal figlio Antonino di soli 14 anni, Filippo Salsone lasciò quella sera i suoi cari a soli 44 anni. Le armi usate, fucili caricati a lupara e la dinamica dei fatti, richiamarono da subito le caratteristiche delle tipiche azioni di stampo mafioso “ndranghetistico”.

Il Maresciallo Capo Filippo Salsone è stato congedato dal Corpo degli Agenti di Custodia, oggi Polizia Penitenziaria, con un giudizio complessivo per il servizio prestato di “Ottimo”, avendo servito la Repubblica Italiana con dedizione e con onore. Ha prestato servizio presso molti istituti penitenziari della Calabria, della Sicilia, della Basilicata, della Campania, tra cui gli istituti Penitenziari di Messina, Reggio Calabria, Palmi, Crotone, Cosenza, Lamezia Terme, Napoli.

Nel 1987 è stato dichiarato Vittima del Dovere dal Capo della Polizia (nella graduatoria ufficiale del Ministero dell’Interno è il n. 414, 1° graduatoria dell’ottobre 2006.

Nel 2002-03, per volontà del Sindaco del Comune di Brancaleone, Domenico Malara, comune d’origine di Filippo Salsone, gli è stata dedicata una via dello stesso Comune.

Nel 2007, in una solenne cerimonia presso l’istituto carcerario di Palmi (RC), gli è stata intitolata la caserma degli Agenti della Polizia Penitenziaria.

Con decreto del Presidente della Repubblica del 12 maggio 2010 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione:

“Consapevole del grave rischio personale si impegno con coraggio e fermezza a ripristinare il rispetto delle regole e la disciplina all’interno di alcuni Istituti penitenziari, ove erano detenuti elementi di spicco delle locali cosche criminali, rimanendo quindi vittima di un vile agguato. Fulgido esempio di elevato spirito di servizio e non comune senso del dovere, spinti sino all’estremo sacrificio”.

Riportiamo il messaggio del figlio Antonino Salsone

In ricordo perenne di mio padre: 7 febbraio 1986 - 7 febbraio 2023.
La rimembranza dei defunti è un dovere sacro per l’uomo ed è un fatto privato che appartiene alla sua coscienza.
Se però chi è mancato lo deve alla mano dell’uomo e si è sacrificato consapevolmente per il proprio onore, per adempiere al proprio dovere e per il bene di tutti, il dovere del ricordo esula dalla sfera privata di chi ha il solo merito naturale di essere suo figlio e lo obbliga, dolcemente ma con fermezza, a perpetuarne pubblicamente la memoria.
In questi casi la rimembranza assurge per l’appunto a memoria e il supremo sacrificio della vita, realizzato in piena coscienza per non tradire la promessa di obbedienza alla Repubblica Italiana, diventa fulgido ed altissimo esempio di senso dello Stato da seguire e da promuovere perennemente a beneficio di tutti e dei giovani in particolare.
Filippo Salsone: Maresciallo Capo degli Agenti di Custodia (ora Polizia Penitenziaria), ucciso dalla ‘ndrangheta a Brancaleone (RC) il 7 febbraio 1986, Medaglia d’Oro al Merito Civile della Repubblica Italiana e intestatario della Casa Circondariale di Palmi (RC).
Il suo mafioso assassinio, pur chiaro nei motivi, nei mandanti e negli esecutori, è purtroppo tuttora impunito. Il desiderio, che da figlio e da cittadino di questo Paese reclamo a voce alta, è che la Giustizia gli renda presto onore.

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