Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Gen.D.
Franco Romano

Nato a Bojano (CB), 25 dicembre 1939

Deceduto a Volpiano (To), 14 dicembre 1998

Il Generale Franco Romano, è stato una delle figure più luminose, coraggiose e visionarie dell’Arma dei Carabinieri del secondo dopoguerra. Uomo di straordinario valore, comandante innovatore, protagonista di alcune delle pagine più complesse della storia recente italiana, Romano ha lasciato un segno profondo tanto nelle istituzioni quanto nelle comunità in cui ha operato, mantenendo sempre un forte e mai interrotto legame con la sua terra d’origine, il Molise.

La carriera militare di Franco Romano inizia giovanissimo. Nel 1957 entra all’Accademia Militare di Modena, classificandosi primo del 15° Corso: un risultato che ne preannuncia il talento e la straordinaria disciplina. Sin dai primi anni, Romano si distingue per capacità di comando, lucidità e una vocazione profonda verso il servizio allo Stato.

Dopo aver comandato la Tenenza di Napoli Arenaccia e la Compagnia di Genova - San Martino, nel 1965 fonda – e assume come primo Comandante – il Centro Carabinieri Sommozzatori, struttura pionieristica dell’Arma dedicata alle attività subacquee operative. Romano ne definisce metodi, training e protocolli, gettando le basi di un reparto che diventerà negli anni uno dei più specializzati e richiesti a livello nazionale.

La notte del 9 aprile 1970, la motonave britannica London Valour si incaglia e affonda al largo del porto di Genova, durante una terribile mareggiata.

Il Capitano Romano, alla guida del nucleo sommozzatori, interviene personalmente in condizioni estreme salva diversi naufraghi pur rimanendo ferito in servizio, recupera i corpi del Comandante Edward Muir e della consorte Dorothy, coordina le operazioni sottocosta rischiando più volte la vita.

L’impresa – ricordata anche in una celebre canzone di Fabrizio De André – gli vale la più alta onorificenza del Regno Unito, conferitagli dalla Regina Elisabetta II.

Dal 1977 al 1981, Romano è Comandante del Nucleo Investigativo e poi del Nucleo Operativo e Radiomobile di Torino, nel pieno della stagione del terrorismo.

Sono gli anni delle Brigate Rosse, dei sequestri, degli attentati ai magistrati e alle forze dell’ordine.

Romano coordina indagini, blitz, perquisizioni e interventi ad altissimo rischio, contribuendo alla gestione operativa dei mesi più drammatici che porteranno al primo maxi-processo alle BR.
Il suo comando si distingue per fermezza, precisione investigativa e capacità di proteggere il territorio in una città in stato di allerta permanente.

Nel 1978, durante un’emergenza in pieno centro a Torino, il Capitano Romano individua un ordigno esplosivo.
Pur consapevole dell’altissimo rischio, decide di intervenire personalmente e disinnesca a mano la bomba, salvando decine di vite.

Per questo gesto di straordinario coraggio gli viene conferita la Medaglia d’Argento al Valor Civile.

Tra il 1981 e il 1984, Romano guida il Gruppo Carabinieri di Sassari, in uno dei periodi più difficili per la Sardegna: gli anni dei sequestri di persona, dei latitanti e della criminalità rurale organizzata.
Il suo lavoro sul territorio, condotto con fermezza ma anche con sensibilità sociale, segna una svolta nella gestione operativa dell’ordine pubblico isolano.

Dal 1984 al 1990 dirige il DMAET, un settore nevralgico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, dedicato a Materiali, Armamenti, Equipaggiamenti e Tecnologie.
In questi anni Romano contribuisce in modo decisivo alla modernizzazione degli strumenti operativi dell’Arma, dalla logistica ai sistemi di protezione individuale.

Dal 1990 al 1992 è Comandante della Legione Carabinieri Emilia-Romagna, a Bologna.
Sono gli anni delle sanguinose imprese della banda della Uno Bianca, gruppo criminale formato da poliziotti deviati: una delle pagine più buie della cronaca italiana.

Romano coordina il lavoro investigativo che, negli anni successivi, porterà allo smantellamento del gruppo, contribuendo a una svolta storica per la sicurezza della regione.

Dal 1992 al 1995 ricopre uno degli incarichi più elevati dell’Arma: Capo del I Reparto del Comando Generale, ruolo strategico nella pianificazione operativa e nella gestione del personale.

Nominato Generale Comandante della Regione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, Romano si distingue ancora una volta come uomo di visione.

Il 19 settembre 1997, durante una cerimonia nella storica Caserma Chiaffredo Bergia di Torino, alla presenza di autorità militari, civili e sportive, Romano lancia – a sorpresa – l’idea della candidatura di Torino per le Olimpiadi Invernali 2006.

Un’intuizione visionaria, che aprirà alla città una stagione di sviluppo senza precedenti, cambiandone per sempre il volto urbanistico e turistico.

Per questo contributo determinante, a Torino gli sono stati dedicati la Passerella Olimpica con l’imponente Arco Olimpico Torino 2006, e già in precedenza il più lungo ed alto viadotto autostradale italiano, il Viadotto Generale Franco Romano (A6 Torino–Savona). 

Il 14 dicembre 1998, a 59 anni, il Generale Franco Romano muore in un tragico incidente aereo. L’elicottero Agusta A109 - Fiamma 86 CC su cui viaggiava precipita poco dopo il decollo, a Volpiano (Torino). Nel disastro perdono la vita anche altri tre militari.

La notizia scuote profondamente l’Arma dei Carabinieri, le istituzioni piemontesi e la comunità molisana.
Romano era infatti una figura amatissima, rispettata e stimata, per la sua umanità, il coraggio e il servizio allo Stato.

Oltre alle infrastrutture che portano il suo nome, il Generale Franco Romano è ricordato con cerimonie annuali il 14 dicembre 1998 che ne celebrano il valore umano e professionale ed a lui sono state anche intitolate una piazza a Castellamonte (TO) - Città dell'Arte e della Ceramica, una strada e l'Auditorium della RSA SS. Cuori di Gesù e Maria a Bojano (CB), il Centro Culturale "Università dei Saggi" www.usfr.it - Centro Culturale e di Studi sulla Carabinierità e la Militarietà, per la promozione di Cultura, Valori, Legalità e Sicurezza, la Sezione di Bojano dell'Ass. Naz.Carabinieri di Bojano (CB).

Il suo esempio rimane un punto di riferimento per l’Arma, per i corpi dello Stato e per quanti credono nel valore del dovere, della legalità e del coraggio civile.

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