Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Magistrato
Bruno Caccia

Torino 26 giugno 1983

Iniziò la sua carriera nel 1941 quando vinse il concorso per entrare in magistratura, prendendo servizio presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Torino dapprima come uditore, poi come sostituto procuratore. A Torino rimase fino al 1964, quando passò ad Aosta come procuratore della Repubblica. Nel 1968 tornò a Torino, come sostituto alla Procura Generale, e nel 1980 andò a guidare la Procura della Repubblica in sostituzione del dottor La Marca.

Nominato dunque Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, si occupò di indagare sulle violenze ed i pestaggi che all'epoca puntualmente si verificavano in occasione di ogni sciopero. Successivamente avviò delle indagini sui terroristi delle Brigate Rosse che portarono all'arresto di Renato Curcio e Alberto Franceschini, e su quelli di Prima Linea con l'arresto di Roberto Sandalo. Nel 1976 fu Pubblico Ministero nel processo contro il "nucleo storico" delle BR svoltosi a Torino.

Eseguì inoltre indagini sui traffici della 'ndrangheta in Piemonte.

Il 26 giugno 1983 Bruno Caccia si recò fuori città e tornò a Torino soltanto nella sera. Essendo una domenica, decise di lasciare a riposo la propria scorta, decisione che facilitò il compito ai sicari 'ndranghetisti. Verso le 23:30, uscito dalla propria abitazione di via Sommacampagna per portare da solo a passeggio il cane, Bruno Caccia venne affiancato da una macchina con due uomini a bordo. Questi, senza scendere dall'auto, spararono 14 colpi e, per essere certi della morte del magistrato, lo finirono con 3 colpi di grazia.

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