Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Brigadiere Arma Carabinieri
ANTONIO ENRICO MONTELEONE

Brigadiere Arma dei Carabinieri  Antonio Enrico Monteleone

nato a Palermo il 06/01/1951 e deceduto a Palermo il 29/11/1985 

 

Arruolatosi a soli 20 anni nell'Arma dei Carabinieri, Antonio Monteleone decide di partecipare al corso di Sottufficiale della durata di 2 anni, di cui il primo anno si svolgeva a Velletri ed il secondo a Firenze. 

Terminato il corso si sposa e da questo matrimonio nascono due figlie, Fabiana e Nadia. Monteleone decide pertanto di stare accanto alla moglie e le figlie dopo anni di lontananza dalla sua terra. 

Il suo ultimo anno e mezzo di vita lo trascorre ad Isola delle Femmine in provincia di Palermo, un paesino che si affaccia sul mare. Questa località turistica in estate diventa meta di molte persone, che si trasferiscono in quel bel luogo per trascorrere le vacanze. 

Nel periodo estivo c'è pertanto molto lavoro in più da svolgere per i Carabinieri, che devono essere sempre pronti ed attenti a quello che succede nel piccolo centro, che era sempre stato un luogo tranquillo. 

Fino al 28 novembre 1985 infatti, mai si erano verificati episodi di criminalità. 

Quella mattina Monteleone esce di casa come sempre ed accompagna le sue due bambine a scuola. Quando arriva in caserma squilla l'allarme collegato con l'ufficio postale di Isola delle Femmine, immediatamente si precipita fuori insieme al collega e anziché fare la strada che conduce alle poste, insieme all'appuntato, decide, per fare prima, di scavalcare un muro alto 2 metri, che divide la caserma dall'ufficio postale. Subito viene individuato da uno dei quattro rapinatori, che nel frattempo aspetta in macchina.

Gli altri tre malviventi, che al momento si trovano dentro l'ufficio, vengono quindi avvertiti dal complice mediante un segnale in codice. I tre rapinatori repentinamente escono con alcuni ostaggi e intimano al Brigadiere Monteleone di buttare l'arma. Anche se già disarmato, il Brigadiere Antonio Monteleone viene ferito da un colpo di pistola al cuore, sparato da uno dei 4 balordi. 

Muore l'indomani all'alba dopo aver subito un delicato intervento al cuore ed essere entrato in coma senza più poter rivedere i suoi cari per un'ultima volta. 

I rapinatori vengono arrestati la notte stessa, ma al processo, proprio colui che ha ucciso Monteleone viene scagionato da uno degli altri tre malviventi, nonostante la testimonianza dell'appuntato, che quel giorno si trovava insieme a Monteleone e che riconosce l'assassino, autore dell'omicidio del sottoufficiale. 

L'assassino viene prosciolto e rimesso in libertà. 

Nel corso degli anni tutto ciò ha provocato alla famiglia rabbia e dolore per l'ingiustizia subita, dal momento che il colpevole è libero di vivere la propria vita, possibilità negata al povero Antonio Monteleone, strappato alla moglie e alle due piccole bambine, cresciute senza il loro padre. 

L'anno dopo la sua uccisione viene intitolata al Sottufficiale una via del comune di Isola delle Femmine. Alla moglie viene consegnata dall'allora Presidente Cossiga la Medaglia al Valor Militare per l'eroico gesto compiuto dal Brigadiere. Ogni anno viene ricordato con una messa dalla comunità di Isola, alla quale partecipano le Autorità, i colleghi, la moglie, le figlie e la piccola nipotina Sofia che ama ascoltare episodi della vita del nonno, che non ha potuto conoscere. 

Le spoglie del sottufficiale riposano al cimitero S. Orsola a Palermo. 

 

"La pratica della giustizia è per ognuno un obbligo morale per gli equilibri personali e sociali."

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