Il 28 luglio 1985, alle 9:50 del mattino, la mafia colpiva ancora con ferocia. In un agguato senza scampo, veniva assassinato Giuseppe “Beppe” Montana, Commissario della Squadra Mobile di Palermo, appartenente alla Polizia di Stato.
Montana, 33 anni, era un uomo delle istituzioni, un servitore dello Stato, impegnato in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Aveva lavorato fianco a fianco con il pool antimafia del giudice Giovanni Falcone e, nei mesi precedenti alla sua uccisione, aveva contribuito alla cattura di alcuni importanti latitanti mafiosi.
Alla sua memoria è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile, come segno di riconoscenza per il coraggio, l’integrità e il sacrificio di un uomo che non arretrò mai davanti alla minaccia mafiosa.
A distanza di 40 anni, il suo nome resta inciso nella memoria collettiva come simbolo di giustizia e legalità. Il Commissario Beppe Montana è una delle tante vittime della mafia che, con il proprio esempio, hanno contribuito a tenere viva la speranza di un’Italia libera dalla criminalità organizzata.
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