Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Caporal Maggiore Paracadutisti dell’Esercito Italiano
Gianluca Catenaro

Gianluca Catenaro, Caporal Maggiore Paracadutisti dell’Esercito Italiano, ha incarnato in pieno i valori di dedizione, disciplina e spirito di servizio propri delle Forze Armate. La sua giovane vita, segnata dall’impegno militare e dal desiderio di servire il Paese, si è tragicamente interrotta il 22 novembre 1994, a soli 23 anni, durante un’esercitazione a Murcia, in Spagna.

Nato in Italia e cresciuto con una forte vocazione al dovere e al senso civico, Gianluca aveva scelto la carriera militare tra le fila dei Paracadutisti, uno dei reparti più prestigiosi e impegnativi dell’Esercito. La sua determinazione e il suo entusiasmo gli valsero presto la stima dei colleghi e dei superiori, che ne riconobbero il valore umano e professionale.

L’incidente che lo strappò prematuramente alla vita avvenne durante un addestramento internazionale, a testimonianza di quanto Gianluca fosse parte di un contesto operativo di alto livello, impegnato nella preparazione costante e rigorosa richiesta ai militari italiani.

Per il suo sacrificio e per la sua dedizione al servizio della Patria, il Presidente della Repubblica gli ha conferito, alla memoria, la Croce d’Oro al Valore Civile come vittima del dovere. Un riconoscimento che non restituisce la vita di un giovane brillante e generoso, ma che ne consegna il nome e l’esempio alla memoria collettiva.

Oggi, il ricordo di Gianluca Catenaro vive non solo tra i suoi familiari, i commilitoni e gli amici, ma anche in tutti coloro che vedono in lui il simbolo di una gioventù che ha donato il proprio futuro per onorare un impegno più grande. La sua storia continua a rappresentare un monito e un esempio di coraggio, dedizione e amore per il proprio Paese.

Croce d'oro al merito dell'Esercito

Caporal Maggiore Vfp
Data del conferimento: 21/01/1999
Alla memoria

motivazione:

"Graduato Paracadutista in ferma volontaria in possesso di elevatissime morali e professionali coniugate con altissimo senso del dovere, forte motivazione e sincero spirito di servizio, nel corso di una importantissima ed impegnativa attività addestrativa internazionale in spagna, - in un contesto operativo caratterizzato da forte realismo - , riceveva, per le peculiari qualità di cui era in possesso, il compito delicatissimo di guidare e fornire sicurezza alla propria unità in movimento in area operativa sconosciuta in paese straniero ed in presenza di altre unità del partito contrapposto". Mentre con perizia ed intelligenza svolgeva attività di esplorazione anticipando l'autocolonna a tutti gli incroci e svolgendo attenta osservazione nel passaggio di punti tatticamente "pericolosi, in un rettilineo, sempre in testa all'autocolonna a bordo del proprio motociclo, si volgeva più volte indietro per controllare l'andatura dei mezzi della propria unità anche quanto la stessa stava per incrociare un grosso veicolo. In tale particolare frangente metteva a repentaglio la propria incolumità e perdeva tragicamente la vita nell'adempimento del dovere e del compito assegnatogli. Si immolava cosi generosamente per far fronte ad una situazione di potenziale pericolo per i commilitoni che lo seguivano. Chiarissimo esempio di grandissimo altruismo, di totale dedizione alle istituzioni e di sincero spirito di servizio che onora la specialità e l'Esercito Italiano". Agro Murcia (Spagna), 22 novembre 1994.

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