Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Magistrato
Nicola Giacumbi

Santa Maria Capua Vetere 18 agosto 1928
Salerno 16 marzo 1980

L'omicidio di Nicola Giacumbi fu commesso a Salerno il 16 marzo 1980 dalle Brigate Rosse. Si attribuisce all'omicidio un "forte valore simbolico", realizzato a due anni dal sequestro Moro, volendosi "accreditare l'ipotesi della creazione di un blocco di violenza terroristica che univa il Nord al Sud".

Nicola Giacumbi (nato il 18 agosto 1928 a Santa Maria Capua Vetere) era un procuratore della Repubblica di Salerno che venne assassinato a Salerno il 16 marzo 1980, nel tardo pomeriggio di domenica, da una cellula salernitana delle Brigate Rosse, con una raffica di colpi alla schiena davanti a casa sua mentre rientrava, davanti agli occhi della moglie Lilli, che fu sfiorata da un proiettile ma rimase illesa. Il magistrato, nell'accettare il ruolo di “facente funzioni” di Procuratore della Repubblica, aveva in precedenza rifiutato la scorta per non rischiare altre vite umane, come era invece accaduto nel sequestro Moro.

Le BR rivendicarono il delitto con una telefonata a una televisione locale. Il suo assassinio era parte di una campagna di attentati contro i rappresentanti dello Stato che, due giorni dopo a Roma, portò all'assassinio di un altro magistrato, Girolamo Minervini e, il giorno successivo, il 19 marzo, a quello di Guido Galli, ucciso da esponenti di Prima Linea.

fonte wikipedia

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