Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Guardia di Pubblica Sicurezza
Paolo Diano

Riconosciuto “Vittima del Dovere” con Decreto a firma del Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Gabrielli il 12 ottobre 2017.
Iscritto nella “Graduatoria delle Vittima del Dovere” pubblicata sul sito istituzionale del Ministero dell’Interno al numero 158 nella graduatoria pubblica 20^ grad. di marzo 2016, aggiornata al 19 aprile 2019.
Nello specifico il giorno 20 luglio 1981 Paolo Diano Padre era comandato di pattuglia automontata, unitamente al collega, Sportelli Giuseppe, con turno di servizio 08:30/13:30. Alle ore 12:25 circa, gli stessi notavano all’altezza del ponte della tangenziale di via Stalingrado una vettura, che al loro passaggio bruscamente si allontanava in direzione della tangenziale. Insospettiti, da siffatto comportamento nell’immediato si portavano all’inseguimento della vettura sospetta che procedeva sulla tangenziale in direzione San Lazzaro.
È da sottolineare peraltro il contesto di terrore che all’epoca viveva l’Italia nel periodo storico denominato “Anni di Piombo”, in cui si verificò un’estremizzazione della dialettica politica che produsse violenza e terrore in tutta la penisola, un vero e proprio attacco allo Stato e ai suoi “Servitori” che seminò morte e sgomento, data dall’azione violenta delle “Brigate Rosse”, ancor più proprio nella città di Bologna, recentemente “agghiacciata” dalla strage del 02 agosto 1980. Ciò nonostante questo clima di terrore, i due Agenti di PS non hanno esitato un attimo nel portarsi repentinamente all’inseguimento di quell’automobile sospetta, il tutto aggravato dall’atteggiamento “losco” del suo conducente, che si era allontanato “velocemente” alla vista della pattuglia della polizia. In ogni caso, riuscivano a bloccarla e farla accostare sulla corsia di emergenza, quindi andando ben oltre il rischio affrontato a quello ordinario connesso all’attività di Istituto, operando e affrontando i rischi di un’azione di polizia preventiva e repressiva, in contrasto alla criminalità. Era proprio durante lo svolgimento di quella straordinaria operazione di fermo che accadeva il sinistro, cosi come riportato dallo stralcio della relazione di servizio del collega Sportelli:
“Mentre mi accingevo a raggiungere la volante, sentivo un forte rumore e un qualcosa che mi colpiva la testa facendomi cadere in terra, al momento ho girato lo sguardo verso il posto di guida della volante stessa e ho intravisto un furgone di colore chiaro che aveva investito in pieno il collega Diano, che per tutta la durata dell’operazione era rimasto in piedi vicino alla volante lato posto guida. Ho cercato di farmi forza per rendermi conto dell’accaduto e ho notato che collega Diano era sanguinante ed incosciente stordito a terra fra la volante e la Golf che poco prima avevamo controllato. Sono riuscito tramite la radio dare l’allarme alla centrale operativa ed ho perso i sensi. Riprendevo conoscenza solo nel pomeriggio del letto dell’astanteria dell’ospedale Sant’Orsola senza ricordare nulla dell’accaduto”.
Il 10 agosto del 1981, a 24 anni decedeva in ospedale in seguito alle gravissime ferite riportate, dopo venti giorni di agonia in piena consapevolezza “lasciando” la moglie dopo sei mesi di matrimonio incinta a soli tre di una bambina.

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