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03 MARZO 2017
PoliziaPenitenziaria.it - Santi Consolo: non credo che interessi sapere se Totò Riina viene condannato per la 70a volta, nemmeno ai familiari delle vittime

Veniamo informati dall’Associazione vittime del Dovere circa il loro comunicato nel merito del 41 bis, facciamo nostro il passaggio più significativo e lo riportiamo nella nota:

"Il numero di detenuti in regime di 41-bis”, afferma il Dottor Consolo, “è esattamente il doppio di quello che era negli anni ’90. Eppure si continua ad invocare, nonostante i numerosi anni passati al 41 bis, per alcuni anche oltre 20 anni, si continuano ad invocare condizioni di assoluto isolamento. E lo si pretende! Ma come lo si può garantire, con le strutture che abbiamo a disposizione? Come lo si può garantire se si è preteso di continuare a celebrare anche procedimenti penali assolutamente inutili per gli appartenenti alla Criminalità Organizzata? Perché non credo che interessi più alla collettività, nemmeno ai famigliari delle vittime, sapere che Totò Riina viene condannato per la settantesima, ottantesima volta, all’ennesimo ergastolo! Questa è l’incongruenza del nostro sistema!".

[...]

Quanto affermato dal Dr. Consolo di recente ci lascia a dir poco basiti. A noi interessano eccome tutti gli ergastoli che vengono inflitti a Salvatore Riina, fossero anche un milione.
Se le carceri non sono atte a contenere il numero di detenuti a 41 bis, questo è il problema che va affrontato, all’occorrenza si possono riaprire i super carceri di Pianosa e l’Asinara, non appellarsi alle vittime chiedendo una sponda che non possono e non devono offrire, affinchè Salvatore Riina sia eventualmente passato da 41 bis a carcere normale, tanto ormai un ergastolo a 41 bis lo ha trascorso.
Aspettiamo una spiegazione forte e chiara dal Direttore del DAP Dottor Consolo, perché quello che ci ha fatto Riina implica un 41 bis a vita per i capi di “Cosa Nostra” e le strutture carcerarie non idonee a tutto ciò a noi non interessano.
Eventualmente il DAP cerchi un altro modo di perseguire i suoi diritti attraverso le sue rimostranze, ma non sulla nostra pelle di vittime di mafia.

Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili

Tratto da poliziapenitenziaria.it

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