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13 FEBBRAIO 2019
COMUNICATO STAMPA - STORICA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SULLE VITTIME DEL DOVERE

Una storica sentenza che apre finalmente la via alla tutela  di quei dipendenti pubblici, civili e militari, che quotidianamente sono stati esposti a fattori nocivi ambientali in ambito lavorativo sviluppando poi patologie e tumori, a causa della sottovalutazione del rischio che esisteva in passato in arsenali, basi militari e simili (esempio tipico l’amianto).

Fino ad oggi esisteva una giurisprudenza maggioritaria che considerava “normale” il pericolo corso quotidianamente, ancorchè mortale, escludendo dunque dalla tutela come Soggetti Equiparati a Vittime del Dovere, ad esempio per i Vigili del Fuoco che avessero contratto mesotelioma, asbestosi, e simili, dopo esposizione prolungata a fattori nocivi nello svolgimento delle loro normali mansioni. 

Oggi, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, accogliendo il ricorso presentato dall’Avvocato Andrea Bava,  che aveva impugnato un precedente negativo, ha ribaltato la tesi finora sostenuta, giungendo all’affermazione del diverso principio secondo cui l’esposizione a una malattia professionale può dare luogo al riconoscimento dei benefici per le Vittime del Dovere, dovendosi parametrare la valutazione dell’eccezionalità delle condizioni ambientali e operative alla luce delle attuali cognizioni della sicurezza sul lavoro, che non possono ammettere l’esposizione a fattori nocivi o mortali senza protezione, sebbene tale condizione fosse considerata la “normalità” dell’epoca. In tale sede la Suprema Corte ha anche ribadito che il normale servizio, fonte di esposizione,  rientra nel concetto di missioni di qualunque natura di cui all’art. 1  comma 564 Legge n. 266/05. 

Tale storica sentenza consentirà oggi al personale che abbia contratto patologia tumorali per la esposizione quotidiana a fattori nocivi (o ai familiari, in caso di intervenuto decesso) di avere la tutela prevista per le Vittime del Dovere. In Italia sono migliaia i casi di Vigili e del Fuoco  e militari che, non usufruendo della copertura da parte dell’INAIL, pur venendo colpiti da chiara malattia professionale, non avevano alcuna forma di tutela: da oggi gli stessi e le loro famiglie, potranno beneficiare delle forme di assistenza  previste per le Vittime, anche per eventi passati.

Desidero ringraziare a nome dell'Associazione Vittime del Dovere il nostro Socio onorario Avv. Andrea Bava che grazie alla Sua professionalità, capacità e competenza è riuscito ancora una volta, attraverso un approccio innovativo, ad aprire un nuovo orizzonte di tutela” con queste parole il Presidente dell’Associazione Emanuela Piantadosi commenta L’importante risultato “L’Associazione porta avanti con determinazione l'obiettivo di garantire eque e aedeguate tutele a tutte le Vittime e grazie alla nostra organizzazione, costituita da circa 500 famiglie e affiancata da uno staff di collaboratori, consulenti e professionisti seri e qualificati, siamo felici di vedere riconosciuti i diritti di coloro che hanno servito con dedizione lo Stato.

 

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