Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Maresciallo Capo Arma Carabinieri
STEFANO PIANTADOSI

STEFANO PIANTADOSI Maresciallo Capo dell’Arma Carabinieri

nato a Roccabascerana (AV) il 2/9/1936
deceduto a Locate Triulzi (MI) il 15/6/1980

Medaglia d’oro al Merito Civile

Biografia

Il Maresciallo Capo Stefano Piantadosi, nasce a Roccabascerana in provincia di Avellino il 2 settembre 1936, terzo di quattro figli.

A 20 anni entra nell’Arma dei Carabinieri. Terminata la Scuola Allievi in Roma, viene destinato al Nord, prima presso il Battaglione Motorizzato di Milano e dopo alla Stazione di Pantigliate e al Nucleo Tribunale della Compagnia Comando Carabinieri di Milano.
Il 23 settembre 1960 frequenta a Firenze il 53° Corso presso la Scuola Allievi Sottufficiali.

Divenuto Vice Brigadiere, viene trasferito a Milano e, successivamente, alla Stazione Carabinieri di Bernareggio (MI), con il cui comandante instaura un rapporto di stretta collaborazione e di grande fiducia e stima, cosa subito percepita dalla popolazione.
Siamo all’inizio degli anni Sessanta ed il Maresciallo Stefano Piantadosi cerca di dare un’impronta personale all’attività che svolge con passione, grande senso del dovere e particolare umanità.
A Bernareggio conosce Enrica, una giovane ragazza che sposerà e che gli darà due figli Emanuela e Saverio.

Nel 1964 viene trasferito presso la Stazione di Limbiate (MI); l’anno dopo arrivano i primi incarichi dì Comando, prima presso la Stazione Carabinieri di Cantù, quale responsabile della Squadra Operativa e successivamente a Cermenate (CO), Lurago d’Erba (CO) e Lomazzo (CO).
Il 23 novembre 1970 viene nominato comandante della Stazione Carabinieri di Locate Triulzi, paese dell’hinterland sud di Milano, il cui territorio comprendeva i Comuni di Locate Triulzi, Opera e Pieve Emanuele.
Negli anni Settanta il Maresciallo Capo Piantadosi si trova ad operare in un territorio ampio e fino ad allora prettamente agricolo, che vive in quel periodo un vero e proprio boom economico. La crescita demografica ed economica esponenziale, trascina con sé problematiche sempre più complesse e difficili da fronteggiare. Egli comunque lavora instancabilmente con i suoi collaboratori, che lo seguono con ritmi sempre più serrati, imposti dalla gran mole di lavoro, trovandosi ad affrontare quotidianamente numerosissimi problemi legati all’emarginazione, alle rapine, ai furti e alle occupazioni abusive.
Il territorio, di cui si occupa, é particolarmente eterogeneo ed in continua espansione pertanto spesso si verificano incidenti nei cantieri ed incidenti stradali; addirittura in quegli anni nei comuni afferenti all’allora caserma si verifica un disastro ferroviario e un disastro aereo.
Il Maresciallo Piantadosi riesce a costruire con la popolazione un rapporto disponibile e sereno, tanto da venire spesso interpellato per appianare situazioni familiari e dare consigli.
Temuto e rispettato dalla malavita locale, non cercherà mai di abusare del proprio potere, trattando con correttezza, fermezza e coerenza sia il malfattore come l’onesto cittadino.

Per la sua personalità e professionalità, e per meriti di servizio, avendo partecipato a brillanti operazioni militari, il Maresciallo Capo Stefano Piantadosi viene più volte pregiato di iscrizione sul “Foglio d’Ordine della Legione Carabinieri di Milano”.
Tali riconoscimenti rappresentano un ambito traguardo per un carabiniere.
Viene inoltre ad essere decorato con Croce d’Argento per Anzianità di Servizio e con Medaglia di Bronzo al Merito di Lungo Comando nel 1975 e d’Argento nel 1980.


Il fatto

E’ proprio nel 1980, che la magia di una vita dedicata al servizio della comunità viene spezzata inesorabilmente, da quel male che i Carabinieri e tutte le Forze dell’Ordine cercano instancabilmente e quotidianamente di combattere sul campo.
Infatti, il 15 giugno 1980 il Maresciallo Capo Piantadosi ed il Carabiniere Giovanni Motta, giovane militare in ferma breve, durante un servizio d’ordine pubblico, per una gara ciclistica, che si stava svolgendo nel comune di Opera, individuano fra gli spettatori una persona dall’atteggiamento sospetto, successivamente identificato come Ferruccio Zanoli, che esibisce un documento con generalità false. Insospettito e considerata la folla presente alla manifestazione, il Maresciallo ritiene opportuno condurre l’uomo presso la Stazione Carabinieri di Locate Triulzi, per effettuare ulteriori accertamenti. Fa accomodare l’uomo sul mezzo militare, precisamente sul sedile posteriore con accanto il Carabiniere e si pone alla guida. Durante il tragitto il giovane Carabiniere perquisisce l’uomo, il quale improvvisamente estrae una pistola e spara alla nuca del maresciallo freddandolo.
Il mezzo finisce in un campo coltivato a grano nel Comune di Locate Triulzi.

Zanoli, mai catturato per l’omicidio, successivamente si accerterà essere un feroce omicida. Già detenuto nel Carcere di Porto Azzurro per scontare una pena di 30 anni a seguito dell’uccisione di un guardiacaccia, commessa a Paullo (MI) nel 1952, uscito nel 1976 con permesso premio dì 7 giorni, non era mai più rientrato e risultava quindi evaso.

I solenni funerali, su desiderio della popolazione e dei colleghi del Maresciallo, furono ufficiati dal Sua Eminenza Cardinale Carlo Maria Martini Arcivescovo di Milano, tra le autorità presenti, figurava il Gen. Carlo Alberto dalla Chiesa.

Commemorazioni

Nel Luglio del 1980 nel comune di Roccabascerana (AV) frazione Squillani, paese natio del Sottufficiale, fu affissa su una parete esterna della Chiesa Parrocchiale una targa, avente dimensioni di 2,00 metri x 1,50 metri e riportante un perenne ricordo del sacrificio del Maresciallo.

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A Novembre del 1980, l’amministrazione comunale di Roccabascerana intitolò il viale principale della frazione Squillani al Maresciallo Capo Stefano Piantadosi, aggiungendo sul monumento ai caduti, già ivi esistente, una targa alla sua memoria.

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Nel 1981 in Locate di Triulzi (MI) sul luogo dell’eccidio, in località Cascina Tappa, venne eretto un cippo che le comunità di Pieve Emanuele, Locate di Triulzi e Opera posero a testimonianza del tragico evento.

In quello stesso anno in Opera (MI), quella che era stata la corsa ciclistica, ove il 15 giugno 1980 il maresciallo Capo PIANTADOSI stava svolgendo il suo servizio di Ordine Pubblico, che lo condusse agli eventi della sua triste scomparsa, venne intitolata “Medaglia d’Oro Maresciallo Piantadosi”, sostituendo la precedente denominazione “Trofeo Caduti Opera” ed estendendosi su alcune vie dei 3 comuni sopra citati.
La gara ciclistica venne organizzata da allora annualmente alla memoria del Maresciallo sino al 1987.

Inoltre ogni anno il 15 giugno in occasione dell’anniversario dell’accaduto le amministrazioni comunali e le poi Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Opera e di Pieve Emanuele, hanno sempre onorato il ricordo della morte del Maresciallo, celebrando una messa nel vicino santuario di Santa Maria alla Fontana di Locate Triulzi e ponendo una corona d’alloro sul succitato cippo e sulla tomba sita nel comune di Bernareggio, ricordando con affetto e partecipazione la figura del loro collega.

Il 14 settembre 2004 l’amministrazione comunale di Bernareggio (MI) deliberò l’intitolazione della via adiacente la stazione carabinieri su desiderio della cittadinanza, che aveva ancora vivo il ricordo del Maresciallo Capo Stefano Piantadosi e per iniziativa   dell’associazione “Amici della Storia della Brianza”, che aveva chiesto ufficialmente il riconoscimento.
La cerimonia avvenne il 14 novembre 2004 alla presenza delle autorità locali dei rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Senatrice Emanuela Baio.

Per il 25^ anniversario dalla morte il 15 giugno 2005 numerose furono le iniziative pubbliche intraprese dalle amministrazioni e dalle associazioni, a dimostrazione della stima e del rimpianto per il Maresciallo Piantadosi:

- A Squillani, Frazione di Roccabascerana (AV), il 15 giugno 2005 si svolse un concerto della Fanfara dell’aeronautica Militare di Bari, con cerimonia organizzata dall’amministrazione Comunale, durante la quale furono premiati gli alunni, che avevano partecipato nelle precedenti settimane al concorso per il componimento di un tema alla memoria del Maresciallo.
In occasione della manifestazione venne posta una targa a memoria dell’evento sulla facciata della Chiesa Parrocchiale di Squillani, con deposizione di corona d’alloro da parte delle Autorità intervenute.

- Nella stessa giornata in Bernareggio (MI) venne ricordato il Maresciallo con una cerimonia pubblica presso il cimitero, ove riposano le sue spoglie, con deposizione di una targa ricordo e una corona alla presenza delle autorità civili e religiose, nonché delle Sezioni di Pieve Emanuele e Opera dell’Associazione Nazionale Carabinieri.

- Il 19 giugno 2005 le amministrazioni comunali di Locate di Triulzi, Pieve Emanuele e Opera diedero vita ad una importante manifestazione con una messa solenne presso la Chiesa Parrocchiale di Locate di Triulzi, ufficiata da Mons. Luigi Manganini, Arciprete del Duomo di Milano, e concelebrata dai parroci delle tre comunità; un corteo cittadino per le vie di Locate di Triulzi e la cerimonia di intitolazione di un largo, dedicato alla memoria del Maresciallo Capo Stefano Piantadosi, localizzato vicino alla sede comune di Locate di Triulzi.
All’interno del largo è stato eretto un monumento progettato dall’architetto Marco Valsecchi di Molteno (LC) su commissione dei tre comuni e dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri sezioni di Opera e Pieve Emanuele, che riporta la seguente dedica: “ Generosità, umanità ed onestà sono valori che rendono eterna la vita”.
Alla cerimonia, allietata dalla Fanfara del 3^ Battaglione Mobile Carabinieri Lombardia, intervennero fra gli altri, il Sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione e Università On. Valentina APREA, il Presidente della Provincia di Milano Dott. PENATI, una rappresentante della Prefettura di Milano, nonché autorità civili, religiose e militari della zona e comuni limitrofi.

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Contestualmente a tale manifestazione, per desiderio delle amministrazioni comunali e della popolazione dei tre comuni, già ricadenti nella giurisdizione dell’allora Stazione Carabinieri, comandata dal compianto Maresciallo, ebbe inizio la prima edizione del “ Memorial Maresciallo Capo Stefano Piantadosi”. Gara podistica per dilettanti a più categorie, che sempre il 19 giugno 2005 partendo da Opera, attraverso le vie cittadine di Pieve Emanuele, arrivò fino a Locate di Triulzi.
Questa gara podistica denominata “Corsa dei Tre Comuni, Memorial Maresciallo Stefano Piantadosi” con percorso lungo percorsi campestri dei tre comuni, riproposta anche negli anni  2006, 2007 e 2008, vuole ora essere un appuntamento fisso con cadenza annuale.
Essa è l’espressione di unità e solidarietà tra i 3 comuni, i quali sono legati dall’unico filo conduttore rappresentato dalla figura del Maresciallo, il cui ricordo è sempre vivo presso queste comunità.
La corsa inoltre si è dimostrata un’occasione importante per comunicare ai giovani, ai quali la gara è soprattutto rivolta, i fondamentali principi di senso del dovere, rispetto degli altri ed altruismo, valori legati alla figura del Maresciallo Capo Stefano Piantadosi.

Nel 2006 sempre in Locate di Triulzi fu aperta una via adiacente al largo anch’essa intitolata al Maresciallo Capo Stefano Piantadosi.

Fra gli altri riconoscimenti alla memoria, è da citare il conferimento del premio Sicurezza Uguale Libertà attribuito da Ordine Pubblico, organo di informazione per le forze di Polizia nel 1981 e la Medaglia d’Oro al Merito Civile, richiesta nel 2007 da ben cinque amministrazioni comunali e precisamente: Pieve Emanuele, Opera, Locate Triulzi, Bernareggio e Roccabascerana; concessa il 14/2/2008 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Le spoglie del Maresciallo riposano accanto alla moglie Enrica, deceduta prematuramemente nel 1995, nel cimitero di Bernareggio (MI).

Monumento al M.llo Capo Stefano Piantadosi

Il Monumento al M.llo Capo Stefano Piantadosi, realizzato nel comune di Locate Triulzi (MI) e progettato dall’Arch. Marco Valsecchi e dai collaboratori Michele Bellinzona e Paolo Ravasi il 12/6/2008, vince il primo premio in occasione della “RASSEGNA LOMBARDA DI ARCHITETTURA UNDER 40 - NUOVE PROPOSTE DI ARCHITETTURA” ANNO 2008, concorso organizzato della Consulta Regionale Lombarda degli Ordini degli Architetti.

Motivazione

Un piccolo monumento che, utilizzando con intelligenza pochi pieni (i blocchi di travertino) e unsolo vuoto (l’apertura sullo sfondo) stabilisce relazioni interessanti con il contesto, mirando a raggiungere una dimensiona quasi metafisica.

 

ONORIFICENZE

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Medaglia d'oro al merito civile

Maresciallo Capo dei Carabinieri
Data del conferimento: 14/02/2008

Alla memoria

Motivazione:
Comandante di stazione distaccata, nel corso di un servizio esterno, dimostrando spiccato acume investigativo, fermava un individuo sospetto, successivamente rivelatosi un pericoloso latitante. Durante le fasi di accompagnamento in caserma, il Maresciallo veniva attinto da un colpo di pistola, abilmente occultata dal malvivente, decedendo. Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere portato fino all'estremo sacrificio. 15 giugno 1980 - Opera (MI)

Articolo tratto da "Il Giorno"

Locate Triulzi, 13 giugno 2011 - Tre sindaci, Insieme, per non dimenticare e riuscire a tramandare, anche alle nuove generazione valori importanti come legalità e giustizia; quegli stessi valori per cui il maresciallo capo, Stefano Piantadosi ha perso la vita nell’adempimento del suo dovere. Ieri, a 31 anni di distanza dal quel tragico 15 giugno, la sua famiglia, le amministrazioni comunali rappresentanti i Comuni in cui ha svolto serivizio e i rappresentanti delle sedi locali dell’Associazione nazionale carabinieri lo hanno ricordato prima celebrando una messa in sua memoria poi, depositando una corona d’alloro sul monumento a lui dedicato, vicino al palazzo comunale.

Un accenno all’inno d’Italia, il silenzio e poi il discorso dei tre rappresentanti, Rocco Pinto, sindaco di Pieve Emanuele, Ettore Fusco primo cittadino di Opera e il vicesindaco di Locate Eugenio Cantoni che hanno sottolineato come la legalità e la sicurezza siano elementi fondamentali nella vita e nello sviluppo di una città. «Il mio grazie va a tutte le persone intervenute qui oggi – spiega la figlia del maresciallo, Emanuela Piantadosi – in questi anni sono stante tante le dimostrazioni di affetto e di stima rivolte a mio padre che, proprio in queste terre ha vissuto i suoi ultimi anni. Mi spiace aver appreso che, nei giorni scorsi il cippo a lui dedicato è stato oggetto di atti vandalici effettuati da persone che sicuramente non lo conoscevano, non ne hanno capito lo spirito e sicuramente non sono qui oggi ha ricordare l’uomo ma anche i valori che incarnava».

Invece, il suo gesto eroico è da sempre apprezzato dai rappresentanti delle istituzioni che hanno deciso di rendere la manifestazione in ricordo del maresciallo Piantadosi itinerante. Se l’anno scorso si è celebrata a Pieve Emanuele, con l’intitolazione della caserma dei carabinieri di via Leoncavallo al maresciallo, medaglia d’oro al merito civile, l’anno prossimo sarà la volta di Opera dove una strada prenderà il suo nome. Un nome e una figura, umana e professionale conosciuta a tutti nel Sud Milano e non solo. Infatti, Stefano Piantadosi, nato in Campania nel 1936, fu nominato nel novembre del 1970 comandante della stazione dei carabinieri di Locate Triulzi, con giurisdizione anche su Opera e Pieve; da allora ha sempre svolto il suo compito con passione e brillantezza in territori all’epoca ancora più problematici di oggi. In dieci anni si trovò quotidianamente a combattere contro rapine, furti, occupazioni abusive, affrontò incidenti stradali, sui cantieri e persino un disastro ferroviario ed un disastro aereo: un’esistenza a disposizione del prossimo, costellata di successi e riconoscimenti.

Una vita stroncata il 15 luglio 1980 quando insieme al carabiniere Motta Giovanni, durante un servizio d’ordine per una gara ciclistica che si stava svolgendo ad Opera, individuò fra gli spettatori una persona dall’atteggiamento sospetto, successivamente identificato come Zanoli Ferruccio che esibì un documento con generalità false.

Considerata la folla presente alla manifestazione, il maresciallo ritenne opportuno condurre l’uomo presso la Stazione Carabinieri di Locate Triulzi, per effettuare ulteriori accertamenti. Fece accomodare l’uomo sul mezzo militare, sul sedile posteriore con accanto il carabiniere Motta e si mise alla guida. Durante il tragitto il giovane carabiniere perquisì l’uomo che impugnò una pistola e sparò alla nuca del maresciallo freddandolo. Il mezzo finì in un campo coltivato a grano nel Comune di Locate Triulzi. Zanoli, mai catturato per l’omicidio, si accerterà successivamente, era un feroce assassino, già detenuto nel carcere di Porto Azzurro per scontare una pena di 30 anni a seguito dell’uccisione di un guardiacaccia, commessa a Paullo nel 1952. Uscito nel 1976 con permesso premio di 7 giorni, non era mai più rientrato. Non è stato più ritrovato.

Tratto da Il Giorno

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