Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Maresciallo Capo del Corpo degli Agenti di Custodia
FILIPPO SALSONE

 

Filippo Salsone, Maresciallo Capo del Corpo degli Agenti di Custodia, nasce a Brancaleone il 28 maggio 1942. Arruolato il 25 settembre del 1967, viene assegnato, al termine del corso di formazione alla Casa Circondariale di Messina, dove rimase in servizio sino al 1977. Nel 1970 si sposa con Concetta Minniti e dalla loro splendida unione nacquero Antonino nel 1971 e Paolo nel 1974. 

Promosso Brigadiere, viene inviato in missione in diversi Istituti della Calabria e della Basilicata; in questi anni è vittima di diversi atti intimidatori legati alla dedizione e alla professionalità che lo caratterizzavano sul lavoro. Ha conseguito il grado di Maresciallo nel 1981.

Il 7 Febbraio 1986 a Brancaleone, appena giunti  presso la propria abitazione, unitamente alla famiglia, viene fatto segno di un attentato mortale, nel quale rimase gravemente ferito anche il figlio Paolo di appena undici anni. I primi soccorsi furono dati dalla moglie Concetta e dal figlio Antonino di soli 14 anni,  Filippo Salsone lasciò quella sera i suoi cari a soli 44 anni. Le armi usate, fucili caricati a lupara e la dinamica dei fatti, richiamarono da subito le caratteristiche delle tipiche azioni di stampo mafioso “ndranghetistico”.

Il Maresciallo Capo Filippo Salsone è stato congedato dal Corpo degli Agenti di Custodia, oggi Polizia Penitenziaria, con un giudizio complessivo per il  servizio prestato di “Ottimo”, avendo servito la Repubblica Italiana con dedizione e con onore. Ha prestato servizio presso molti istituti penitenziari della Calabria, della Sicilia, della Basilicata, della Campania, tra cui gli istituti Penitenziari di Messina, Reggio Calabria, Palmi, Crotone, Cosenza, Lamezia Terme, Napoli.

Nel 1987 è stato dichiarato Vittima del Dovere dal Capo della Polizia (nella graduatoria ufficiale del Ministero dell’Interno è il n. 414, 1° graduatoria dell’ottobre 2006.

Nel 2002-03, per volontà del Sindaco del Comune di Brancaleone, Domenico Malara, comune d’origine di Filippo Salsone, gli è stata dedicata una via dello stesso Comune.

Nel 2007, in una solenne cerimonia presso l’istituto carcerario di Palmi (RC), gli è stata intitolata  la caserma degli Agenti della Polizia Penitenziaria.

Con decreto del Presidente della Repubblica del 12 maggio 2010 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: 

“Consapevole del grave rischio personale si impegno con coraggio e fermezza a ripristinare il rispetto delle regole e la disciplina all’interno di alcuni Istituti penitenziari, ove erano detenuti elementi di spicco delle locali cosche criminali, rimanendo quindi vittima di un vile agguato. Fulgido esempio di elevato spirito di servizio e non comune senso del dovere, spinti sino all’estremo sacrificio”.

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