Il 23 maggio 1992, nei pressi di Capaci (PA), si consumò uno degli eventi più drammatici della storia repubblicana italiana: un vile attentato terroristico-mafioso organizzato da Cosa Nostra per assassinare il magistrato antimafia Giovanni Falcone.
L'attentato ebbe luogo lungo l'autostrada A29, mentre il corteo di auto che scortava il giudice stava transitando. Una potente carica esplosiva, composta da tritolo, RDX e nitrato d'ammonio, fu fatta detonare, provocando la morte di:
Nell’attentato rimasero ferite anche 23 persone.
La Strage di Capaci rappresenta un punto di svolta nella storia della lotta alla mafia in Italia. L’evento ha profondamente scosso la coscienza collettiva, generando una reazione senza precedenti da parte delle istituzioni e della società civile, determinata a riaffermare i valori della legalità, della giustizia e della democrazia.
Il sacrificio di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli agenti della scorta ha contribuito a rafforzare l'impegno dello Stato nella lotta al crimine organizzato, promuovendo il potenziamento delle strutture investigative e giudiziarie e incentivando una più ampia mobilitazione culturale contro le mafie.
Oggi, la Strage di Capaci è ricordata come un momento simbolico di coraggio, di dolore e di rinascita, a testimonianza dell'alto prezzo pagato da chi ha scelto di servire il Paese con fedeltà, sacrificio e dedizione.
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