Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
Equiparazione Vittime

Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.

24 GENNAIO 2014
Comunicato stampa - Processo Gorelli: depositate le motivazioni della Corte di Assise di Firenze e’ corretta la ricostruzione dei fatti operata dal legale dell’Associazione Vittime del Dovere

La Corte di Assise di Firenze ha depositato le motivazioni con le quali ha confermato la condanna di Matteo Gorelli per l’omicidio del carabiniere Antonio Santarelli ed il ferimento del carabiniere scelto Domenico Marino.

La Corte inoltre ha condiviso la ricostruzione dei fatti operata dall’Avv. Stefano Maccioni, legale della Associazione Vittime del Dovere, parte civile nel processo, secondo la quale l’aggressione sarebbe stata posta in essere non soltanto dal Gorelli, ma anche da almeno un altro ragazzo.

Tale dato sarebbe riscontrabile attraverso le testimonianze, alcune intercettazioni, in base a quanto dichiarato dall’imputato e soprattutto dagli esami scientifici eseguiti sui reperti.

“Mediante la nostra costituzione di parte civile abbiamo anche in questo processo fornito il nostro sostegno e la nostra solidarietà alle vittime di questo vile e gravissimo atto e abbiamo contribuito ad una corretta ricostruzione dei fatti” ha sottolineato il presidente della Associazione Emanuela Piantadosi, figlia del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi, ucciso il 15 giugno1980 da un ergastolano in permesso premio.

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ONLUS VITTIME DEL DOVERE

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