All’alba del 26 luglio 2019, in una via del quartiere Prati a Roma, si consumava l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Il sottoufficiale venne accoltellato a morte durante un’operazione di polizia in borghese. Oggi, a distanza di sei anni, i giudici di secondo grado della Capitale hanno rimodulato la pena per uno dei due giovani americani coinvolti: Gabriel Natale Hjorth è stato condannato a 10 anni, 11 mesi e 25 giorni per concorso in omicidio. La decisione è arrivata dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma al termine del terzo processo, dopo che la Corte di Cassazione aveva annullato la precedente condanna all’ergastolo, ritenuta sproporzionata. La difesa del ragazzo, che all’epoca dei fatti aveva appena 18 anni, aveva chiesto una rivalutazione del suo ruolo nel delitto che ha visto protagonista anche Finnegan Lee Elder, 19 anni, autore materiale delle 11 coltellate che uccisero il carabiniere. La vicenda ebbe inizio da una compravendita di droga andata male. Hjorth ed Elder cercavano cocaina e, truffati con una pasticca di tachipirina da Italo Pompei, decisero di vendicarsi rubando lo zaino di Sergio Brugiatelli, amico del pusher. Chiesero in cambio della restituzione la consegna della vera droga. L’incontro venne fissato in via Pietro Cossa, ma all’appuntamento si presentarono due carabinieri in borghese, Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale. L’aggressione fu rapida e fulminea. Elder sfoderò un coltello con una lama di 18 centimetri e colpì Cerciello a morte. Varriale, disarmato, fronteggiò Hjorth. Subito dopo i due fuggirono, ma furono arrestati poche ore più tardi in un hotel sempre nel quartiere. In primo grado erano stati entrambi condannati all’ergastolo. Negli anni, però, le sentenze d’Appello e di Cassazione hanno ridotto la pena per Elder a 15 anni e 2 mesi. Oggi è toccato a Hjorth, che ha visto la sua pena ridursi per un errore di calcolo della pena riconosciuto dagli stessi giudici. “È una soddisfazione morale minima a buon mercato”, ha commentato l’avvocato Franco Coppi, legale della vedova Cerciello Rega. “Sapevamo dell’errore e sapevamo che avrebbe portato a una lieve riduzione, ma le aggravanti sono rimaste tutte”. Anche l’avvocato Stefano Maccioni, in rappresentanza dell’associazione Vittime del Dovere, ha ribadito che in sede civile è stata riconosciuta l’aggravante di aver agito contro pubblici ufficiali. “È fondamentale per il riconoscimento del ruolo e del sacrificio dei carabinieri”, ha detto. Non sono mancate le reazioni nel mondo della politica. “La magistratura si ricopre di vergogna -ha dichiarato il senatore Maurizio Gasparri (FI)-. Ridurre ancora la pena per chi ha partecipato all’omicidio di un servitore dello Stato è un’offesa a tutta l’Arma e al popolo in divisa”.
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