Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.
L’Associazione Vittime del Dovere si dichiara profondamente colpita dagli accadimenti verificatisi ieri, 3 febbraio 2014 a Gallarate, in provincia di Varese, nei pressi del Tribunale.
Si è appreso dai mezzi di comunicazione che l’azione è stata compiuta da un commando composto da quattro uomini, al fine di liberare il boss della 'ndrangheta, Domenico Cutrì, condannato all'ergastolo come mandante di un omicidio compiuto dieci anni fa. Il furgone della Polizia Penitenziaria è stato assaltato dai malviventi, cui è seguita una sparatoria durante la quale sono stati esplosi circa trenta colpi di arma da fuoco. Due gli agenti della Polizia Penitenziaria feriti che, fortunatamente, non sono in pericolo di vita. Durante il blitz uno dei banditi, Antonino Cutrì, fratello di Domenico, ha perso la vita.
“Ci aspettiamo un deciso intervento da parte del Governo al fine di fornire maggiori garanzie agli agenti della Polizia Penitenziaria e di tutte le Forze dell’Ordine che quotidianamente rischiano la propria vita per tutelare la sicurezza dei cittadini”.
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