Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
Equiparazione Vittime

Da anni l'Associazione Vittime del Dovere si batte perché la distinzione ingiusta e incoerente tra vittime in ragione del carnefice sia definitivamente abbandonata.
La categoria originaria delle "vittime del dovere" (Regio Decreto Legge 261/1921) è stata prima affiancata (Legge 466/1980) dalla categoria delle "vittime del terrorismo" e delle "vittime della criminalità organizzata" per poi essere sorpassata in termini di tutela (Legge 206/20014) fino a giungere al processo inverso, di progressiva estensione dei particolari benefici riconosciuti alle altre categorie.
In uno Stato di diritto è imprescindibile che i rappresentanti delle Istituzioni, che sacrificano le loro vite e la loro integrità per il bene della collettività, vengano adeguatamente tutelati.
Negli anni si sono succeduti interventi limitati e parziali di equiparazione che hanno causato differenze tra Vittime, creando gruppi e sottogruppi, e difficoltà applicative che, di fatto, rendono difficile l'effettiva fruizione dei benefici riconosciuti.
Con la presentazione dei disegni di legge cerchiamo di porre un ulteriore tassello sul lungo percorso intrapreso dall'Associazione.
Le proposte di legge da noi richieste, presentate e che si sono succedute negli anni hanno lo scopo di definire la completa equiparazione tra Vittime, dopo oltre dieci anni dalla promessa di "progressiva" equiparazione sancita nella Legge 266 del 2005.

19 MAGGIO 2016
Strategieamministrative.it - Lombardia, nasce il Comitato di contrasto alla criminalità organizzata

Il Consiglio regionale lombardo, primo parlamento d’Italia ad aver adottato una legge anti-mafia, ha ospitato la costituzione ufficiale del Comitato tecnico-scientifico in materia di contrasto e prevenzione dei fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso e di promozione della cultura della legalità. Presenti il Presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, il Presidente della Commissione consiliare anti-mafia Gian Antonio Girelli e il Consigliere Mauro Piazza: a guidare il gruppo di lavoro sarà Nando Dalla Chiesa. Al suo fianco Simona Chinelli, Carlo Angelo Colombo, Paola Panzeri, Mario Peserico, Emanuela Piantadosi, Davide Salluzzo, tutti con esperienze dirette e di rilievo nel contrasto ai fenomeni mafiosi.

Lotta alla cultura strisciante del familismo

“Serve un’azione deterrente – ha detto Raffaele Cattaneo – per fermare l’attecchimento di una certa cultura strisciante del familismo e dei comportamenti mafiosi. Oggi abbiamo bisogno sia di azioni emblematiche, sia di iniziative quotidiane. Il fenomeno tocca tutti e non bastano solo le leggi: serve un’assunzione di responsabilità personale. Questo Consiglio regionale, anche attraverso l’approvazione di norme e regole che favoriscano la legalità, è parte di un contesto che contrasta e previene i fenomeni criminali”.

Nella riunione è stata ricordata la necessità di accelerare nell’utilizzo dei beni confiscati alle mafie (solo 300 su 1500 in Lombardia), di cui Strategie Amministrative aveva parlato già lo scorso 2 maggio, e anche di agire contro la contraffazione, soprattutto via web, proseguendo anche nelle politiche scolastiche.

Tratto da strategieamministrative.it

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