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17 DICEMBRE 2025
COMUNICATO STAMPA - QUATTRO LEGGI DI BILANCIO, ZERO RISORSE ALLE VITTIME DEL DOVERE RESTA SOLO LA VIA DEI TRIBUNALI IL PARADOSSO DI UNO STATO CHE ONORA A PAROLE E NEGA NEI FATTI

L’Associazione Vittime del Dovere denuncia con fermezza un dato politico inequivocabile: allo stato attuale dell’iter parlamentare e durante l’esame della quarta Legge di Bilancio consecutiva di questo Governo, non è stato stanziato neppure un milione di euro per le borse di studio destinate agli orfani e ai figli delle Vittime del Dovere.

Nel corso dell’attuale Legislatura, in occasione di ogni disegno di legge utile e di ciascuna Legge di Bilancio, l’Associazione ha formalmente trasmesso proposte emendative puntuali, motivate e tecnicamente sostenibili, finalizzate alla piena equiparazione alle Vittime del Terrorismo, alla tutela effettiva del diritto allo studio, all’introduzione di misure fiscali adeguate e al rafforzamento del collocamento lavorativo.

Non solo. Proprio nei momenti in cui lo Stato tardava ad adeguarsi agli orientamenti ormai consolidati della giurisprudenza, l’Associazione ha avanzato ulteriori emendamenti volti all’accantonamento di risorse dedicate, con l’obiettivo di consentire la definizione dei diritti spettanti in via amministrativa, evitando il ricorso al contenzioso giudiziario e garantendo, al contempo, un concreto risparmio di spesa pubblica.

Alcuni parlamentari hanno raccolto queste richieste di aiuto, facendosi carico di presentare tali emendamenti in sede legislativa. Tuttavia, secondo i resoconti parlamentari, le proposte sono state dichiarate accantonate: una formula procedurale che, nei fatti, equivale a una mancata valutazione nel merito.

Le poche conquiste ottenute negli ultimi anni non sono state il frutto di una scelta politica, ma esclusivamente di pronunce giudiziarie. Diritti che lo Stato non ha riconosciuto spontaneamente, ma che le famiglie delle Vittime sono state costrette a far valere citando in giudizio l’Amministrazione che i loro cari hanno servito.

Si consuma così un paradosso etico e istituzionale di inaudita gravità: chi ha servito lo Stato fino all’estremo sacrificio viene celebrato con solenni Esequie di Stato, mentre vedove, orfani e invalidi sono trasformati, il giorno dopo, in controparte processuale dell’Amministrazione.

Uno Stato che preferisce affrontare contenziosi seriali – con costi per l’erario e congestione delle aule di Giustizia – piuttosto che applicare automaticamente diritti pacifici, già riconosciuti dalla giurisprudenza, previsti dalla normativa dal 2006 e indicati sin dal Tavolo Tecnico del 2015.

Eppure, le risorse richieste sono marginali rispetto alla spesa pubblica complessiva, ma decisive per la dignità delle famiglie colpite.

Denunciamo con forza questa ipocrisia istituzionale poiché non è più accettabile che la memoria venga celebrata mentre i diritti vengono rinviati, negati o demandati ai Giudici.

L’Associazione Vittime del Dovere chiede che venga finalmente interrotto questo grave cortocircuito, attraverso uno stanziamento immediato e strutturale delle risorse destinate alle borse di studio, l’approvazione degli emendamenti di equiparazione già presentati e la cessazione di una prassi aberrante che costringe le famiglie dei caduti a ricorrere al contenzioso giudiziario per ottenere diritti che dovrebbero essere riconosciuti automaticamente.

Il Presidente dell’Associazione Vittime del Dovere, Emanuela Piantadosi, pur nella ferma denuncia di quanto sinora accaduto, confida che nel prosieguo dell’iter parlamentare vi sia ancora spazio per un ripensamento responsabile e si augura, come tutte le Vittime del Dovere, che le proposte accantonate possano essere finalmente valutate nel merito, consentendo all’Esecutivo di colmare una disparità non più giustificabile e di dimostrare, con atti concreti, un rispetto che non può restare confinato alle sole celebrazioni formali.

Se il rispetto per le Vittime del Dovere fosse reale, non sarebbe necessario vincere cause per ottenere ciò che dovrebbe essere garantito per legge. Perché uno Stato che costringe i propri eroi e i loro figli a difendersi in Tribunale ha già compromesso, prima ancora del giudizio, la propria credibilità morale.

ASSOCIAZIONE VITTIME DEL DOVERE

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