L’Associazione Vittime del Dovere esprime sconcerto e profonda amarezza per le notizie oggi pubblicate dai media, e stigmatizzate dall’Onorevole Alessandro Urzì, circa la diffusione, da parte di una rappresentante degli studenti di un Ateneo di Trento, di contenuti che banalizzano e offendono la memoria delle Vittime del terrorismo. Le immagini, che raffigurano una "Barbie brigatista" e rievocano la macabra scena del ritrovamento del cadavere dell’On. Aldo Moro, rappresentano un'offesa intollerabile alla memoria delle Vittime e ai valori democratici della nostra Repubblica. Siamo profondamente colpiti dall’ennesimo tentativo di ottenere attenzione oltrepassando i confini del rispetto, del pudore e della verità storica. Questi comportamenti, non solo non possono essere giustificati come “satira” o libera espressione, comunque inaccettabili di fronte alla morte, ma rappresentano una gravissima e ingiustificabile mancanza di rispetto verso coloro che hanno sacrificato e sacrificano la vita per la libertà e le Istituzioni democratiche.
Non è tollerabile addirittura parodiare quanto accaduto durante gli anni di piombo, né evocare con leggerezza, o forse con ammirazione, attraverso slogan o simboli, l’iconografia e la violenza delle Brigate Rosse, responsabili di una lunga e dolorosa stagione di sangue che ha colpito magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, esponenti politici e comuni cittadini.
“La memoria delle Vittime è sacra e non può essere in alcun modo oltraggiata, banalizzata e irrisa” dichiara Ambra Minervini, Vicepresidente dell’Associazione Vittime del Dovere e figlia del Dott. Girolamo Minervini, magistrato, ucciso dalle BR il 18 marzo 1980. “Questi gesti non sono espressione di libertà di pensiero, ma di una pericolosa glorificazione della violenza e di vilipendio della storia, e devono essere condannati senza esitazioni. Non è concepibile che a una persona che si rende protagonista di simili iniziative possa essere consentito di continuare a ricoprire ruoli di rappresentanza all’interno di un’istituzione educativa”.
In un tempo in cui la violenza assume forme sempre più sorprendenti ed imprevedibili, pervasive e impunite sui social network, è ancora più preoccupante che strumenti comunicativi così influenti vengano impiegati per diffondere messaggi apparentemente superficiali e vuoti ma in realtà estremamente pericolosi.
A chi cerca visibilità superando i confini del rispetto e della dignità delle persone e della storia, lasciamo il giudizio dei cittadini.
L’Associazione rivolge un appello alle Istituzioni, alla società civile e al mondo accademico affinché prendano posizione con fermezza. Simili comportamenti non possono essere né minimizzati né tollerati, ma condannati senza esitazione.
Associazione Vittime del Dovere
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