Chi dona la vita per gli altri resta per sempre
I nostri caduti

Il sito www.vittimedeldovere.it raccoglie le note biografiche, dei caduti e degli invalidi, appartenenti alle Forze dell’Ordine, Forze Armate e Magistratura, che sono state inoltrate e autorizzate, anche per quanto attiene al trattamento dei dati personali, dai familiari dei caduti oppure dal diretto interessato, invalido.

Le informazioni relative alle Vittime del Dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata sono frutto di ricerche storiche, giornalistiche e amministrative di cui si citano sempre le fonti.

In larga misura, le biografie si compongono anche di notizie fornite direttamente dalle famiglie di chi ha dato la vita per lo Stato o dall’appartenente alle Istituzioni che ha perso la propria integrità fisica durante lo svolgimento dei compiti di servizio pubblico.

Le storie delle Vittime del Dovere vengono pubblicate con grande partecipazione, interesse e orgoglio, tuttavia, non forniscono alcuna garanzia di completezza o di precisione assoluta. Rappresentano un contributo importante per ricostruire la storia del nostro Paese e rendere onore alla memoria di uomini e donne che costituiscono il patrimonio etico della Nazione.

Ogni richiesta, precisazione ed integrazione dovrà essere indirizzata alla segreteria dell’Associazione Vittime del Dovere al seguente indirizzo segreteria@vittimedeldovere.it

Appuntato Arma dei Carabinieri
Giuseppe Bommarito

Giuseppe Bommarito, nato il 14 luglio 1944 a Balestrate (PA), è stato un appuntato dei Carabinieri che ha perso la vita in un tragico attentato insieme al suo collega, il carabiniere Pietro Morici, mentre erano in scorta al capitano Mario D'Aleo.

Giuseppe era il quinto di sette figli di Salvatore Bommarito e Marianna Badaglialacqua, entrambi originari di Balestrate. Suo padre, un contadino di giorno e pescatore di notte, riusciva a mantenere la famiglia con dignità. Giuseppe aveva una sensibilità particolare per la musica e suonava il flicorno nella prima banda del paese. Era in grado di ricordare a memoria le arie più famose delle opere liriche trasmesse dalla radio. Cresciuto in una famiglia di forti valori, suo padre lo educò al coraggio di affrontare i soprusi e ad avere un comportamento onesto, con la schiena dritta. I proverbi di casa erano: "Mali nun fari, paura nun aviri" (Non fare il male, non avere paura) e "Cu avi lingua passa u mari" (Chi ha la lingua supera il mare).

Giuseppe era un individuo protettivo e riservato per natura, seguendo l'esempio di suo padre che gli insegnò a non voltare le spalle di fronte alle ingiustizie. Da giovane, lavorò nei campi e nel settore edile, amava gli animali e riconosceva il cinguettio degli uccelli. Aveva una bella voce e prediligeva le canzoni di Domenico Modugno, cantando spesso "Amara terra mia". A Balestrate, frequentò la scuola di Avviamento professionale ottenendo buoni risultati.

All'età di 16 anni, decise di emigrare a Torino insieme a un cognato e un compaesano in cerca di lavoro come muratore, ma ritornò in Sicilia dopo un breve periodo. A 18 anni, presentò domanda per arruolarsi nei Carabinieri per svolgere il servizio militare obbligatorio. La sua ammissione nell'Arma dei Carabinieri fu motivo di grande orgoglio per i suoi genitori e fratelli, poiché la selezione si basava sul suo stato psicofisico e sulla reputazione di onestà della sua famiglia.

All'età di 28 anni, Giuseppe sposò la sua fidanzata di sempre, la balestratese Girolama "Mimma". Stabilirono la loro residenza a Monreale, dove Giuseppe prestava servizio. Durante il loro matrimonio, nacquero i loro figli Salvatore e Vincenzo.

La vita di Giuseppe Bommarito è stata segnata da valori di lealtà, impegno e sacrificio, con un amore profondo per la sua famiglia e la sua comunità. La sua memoria rimarrà viva nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato.

Alla sua memoria è intitolata, dal 13 settembre 2005, la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Balestrate (PA).

Fu insignito della Medaglia d'Oro al Valor Civile con la seguente motivazione: "In servizio in una Compagnia Carabinieri operante in zona ad alto indice di criminalità organizzata, pur consapevole dei gravi rischi cui si esponeva, con elevato senso del dovere e sprezzo del pericolo svolgeva tenacemente opera intesa a contrastare la sfida sempre più minacciosa delle organizzazioni mafiose. Barbaramente trucidato in un proditorio agguato tesogli con efferata ferocia, sacrificava la sua giovane vita in difesa dello Stato e delle istituzioni. Palermo, 13 giugno 1983."

www.carabinieri.it

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